chi siamo

L'ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, con i suoi oltre 110.000 iscritti, è tra le più grandi associazioni combattentistiche presenti e attive oggi nel Paese. Fu costituita il 6 giugno 1944, a Roma, dal CLN del Centro Italia, mentre il Nord era ancora sotto l'occupazione nazifascista.

Il 5 aprile del 1945, con il decreto luogotenenziale n. 224, le veniva conferita la qualifica di Ente morale che la dotava di personalità giuridica, promuovendola di fatto come associazione ufficiale  dei partigiani.
Il 4 giugno 1945, con la liberazione del nord,  venne costituita  a Milano l'ANPI – Comitato Alta Italia. Ad entrare a far parte della Presidenza furono i componenti del Comando Generale del CVL, a rappresentare idealmente e fattivamente la continuità dell'unità della Resistenza anche nell'ANPI: Raffaele Cadorna, Ferruccio Parri, Luigi Longo, Enrico Mattei, Giovanni Battista Stucchi, Mario Argenton. Nel Comitato esecutivo figuravano Arrigo Boldrini "Bulow", Cino Moscatelli e Guido Mosna.
Il 27 giugno 1945, il Comitato provvisorio dell'ANPI di Roma  e il Comitato Alta Italia si fusero dando vita all'ANPI Nazionale. L'Associazione ebbe una sua rappresentanza alla Consulta Nazionale i cui lavori si svolsero tra il settembre 1945 e il referendum istituzionale dell'anno successivo. Mentre l'Associazione nazionale combattenti ebbe 8 consultori e quella dei mutilati e invalidi di guerra 4, all'ANPI ne furono assegnati 16, a conferma del prestigio di cui godeva. Erano così suddivisi:
3 socialisti, 3 democristiani, 3 liberali, 3 comunisti, 2 del Partito d'Azione, 1 del Partito democratico del lavoro e, infine,  un consultore che non apparteneva a nessun partito. Nello Statuto erano evidenziati gli scopi operativi che la struttura si era prefissata. Tra questi:

- Restituire al Paese una piena libertà e favorire un regime di democrazia per impedire in futuro il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e assolutismo.
- Valorizzare in campo nazionale e internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà dall'azione dei partigiani.
- Far valere e tutelare il diritto dei partigiani, acquisito, di partecipare in prima linea alla ricostruzione morale e materiale del Paese.
- Promuovere la creazione di centri e organismi di produzione e di lavoro per contribuire a lenire la disoccupazione.
In particolare questo ultimo punto fu realizzato grazie alla creazione, fin dal 1948, di Convitti-Scuola Rinascita che miravano a qualificare professionalmente giovani ex partigiani e orfani dei caduti.

 



Nel corso del primo Congresso del 1947 – dove fu nominato Presidente Nazionale Arrigo Boldrini "Bulow", prima medaglia d'oro al V.M. della Resistenza, che resterà in carica fino al 2006 – venne ribadito l'impegno della Resistenza a consolidare le Istituzioni e in particolare fu sottolineato che l'antifascismo doveva essere inteso come lotta contro chi minacciava le libertà individuali, negava la giustizia sociale e discriminava i cittadini.
Il Congresso registrò il favore di alte personalità politiche come Umberto Terracini e Palmiro Togliatti. Ma nel 1948 vennero avviate delle vere e proprie persecuzioni contro i partigiani che l'ANPI fronteggiò con vigore.
Furono ben 830 i combattenti per la libertà che subirono processi. L'Associazione promosse allora dei Comitati di difesa dei valori della Resistenza con cui avviò una campagna nazionale di sostegno ai partigiani, chiedendo altresì lo scioglimento del neofascista MSI (Movimento sociale italiano) e il riconoscimento ufficiale del CVL come corpo appartenente alle Forze Armate.
Questo riconoscimento giunse solamente nel 1958, con la legge 285, e fu un provvedimento di notevole importanza perché confermava e stabiliva definitivamente che la Resistenza, nel travagliato processo di Liberazione, era stata una preziosa comprimaria, responsabile e organizzata: un esercito, a tutti gli effetti.
Nel 1950 le persecuzioni cessarono e si poté continuare l'azione civile per cui i partigiani si erano associati. Col Congresso del 1952 l'ANPI – nella cui Presidenza onoraria figurava anche Sandro Pertini, carica che rivestì per vari decenni – ingaggiò una grande battaglia a favore della pace e contro il riarmo tedesco. Tanti e illustri gli interventi. Tra questi quello di Enrico  Molè, Vice Presidente del Senato. Il 1952 è anche l'anno dell'inizio delle pubblicazioni del mensile Patria Indipendente, periodico ufficiale dell'Associazione, che negli anni ha costituito un validissimo punto di riferimento nazionale per la conoscenza della storia della Resistenza. Nelle pagine di questo giornale sono corse anche le vicende centrali dell'attualità del Paese.

Un impegno importante è stato anche la valorizzazione del contributo delle Forze Armate alla Guerra di Liberazione e, successivamente, alla garanzia dell'ordine democratico e alla salvaguardia della libertà nei Paesi di tutto il mondo. Negli anni '60 è continuata l'attenzione dell'Associazione – con frequenti interventi e prese di posizione - a tutti i grandi temi nazionali e internazionali, che hanno coinvolto le istituzioni ed il vivere sociale.
Da segnalare, tra le tante iniziative, la Conferenza del 9 marzo 1965 – indetta dall'ANPI - dal titolo "La solidarietà degli antifascisti italiani al popolo spagnolo in lotta per la libertà" contro il regime franchista e poi la celebrazione della "Giornata della donna nella Resistenza" intesa a valorizzare fortemente il ruolo prezioso delle partigiane nella lotta di Liberazione. Nel 1960 la difesa della Costituzione e il rigetto del congresso del Msi a Genova, città decorata con la medaglia d'oro al valor militare. L'avvio degli anni '70 porta una notizia entusiasmante per l'ANPI e l'intero universo antifascista e democratico: la nomina a Capo di Stato Maggiore della Difesa del Generale Enzo Marchesi, ex partigiano.

 

Nel 1971, quindi, per il venticinquennale della Repubblica, l'Associazione diffuse un importante documento contenente un significativo riferimento alle Forze Armate. In un passaggio si dichiarava: "Le Forze Armate italiane oggi possono guardare l'avvenire con la certezza di rappresentare tutta la Nazione, tutte le forze democratiche nell'ambito della lealtà costituzionale, poiché esse sono e debbono essere al servizio non di una fazione, come accadde durante il fascismo, ma di tutto un popolo".
Una grande battaglia che ha connotato e permeato la vita dell'ANPI in questi anni è stata quella contro il terrorismo. In un convegno, organizzato il 17 novembre 1977, la posizione fu netta: "I Partigiani, che hanno combattuto con le armi in pugno per sconfiggere il terrore fascista e nazista, per conquistare la pace, la libertà e la democrazia, esprimono tutta la loro esecrazione nei confronti di chi vigliaccamente colpisce inermi cittadini per seminare sgomento e rovesciare le Istituzioni conquistate con tanti sacrifici dal popolo italiano".
Gli anni '70 si chiudono con un avvenimento storico: l'elezione a Presidente della Repubblica, nel 1978, di Sandro Pertini, valoroso partigiano e membro della Presidenza Onoraria dell'ANPI.

C'e da dire che non poche furono le figure del mondo delle Istituzioni a svolgere ruoli di dirigenza all'interno dell'Associazione: ricordiamo per tutti, oltre al già citato Pertini, Ettore Gallo, Presidente della Corte Costituzionale dal 1991 al 1992, Lionello Levi Sandri, Commissario Europeo dal 1961 al 1970 e Presidente del Consiglio di Stato, Leonetto Amadei, Presidente della Corte Costituzionale dal 1979 al 1981 e Andrea Viglione, Capo di Stato Maggiore della Difesa dal 1975 al 1978.
Gli anni '80 si aprono per l'ANPI con la denuncia forte contro le malefatte della loggia P2 e il pernicioso intreccio tra terrorismo e mafia. E contro la corruzione politica. Scriveva proprio Leonetto Amadei in un editoriale pubblicato sul numero del 25 aprile 1983 di Patria Indipendente: "Ci si trova di fronte alla manifestazione di un tumore maligno che appesta e distrugge l'elemento principe per cui si ritiene valida e apprezzabile la guida di un Paese, vale a dire la fiducia verso chi conduce politicamente la collettività o la amministra in modo che appaia giovevole il mantenimento delle redini in quelle mani".
Il 1988 ha visto l'Associazione  impegnata nella realizzazione di una grande manifestazione, alla presenza del Capo dello Stato Francesco Cossiga, in occasione del quarantesimo anniversario della Costituzione Repubblicana. Da segnalare inoltre il 4 e 5 marzo a Perugia il Convegno "Costituzione-Forze Armate" e lo speciale di Patria Indipendente – ripreso ed elogiato poi anche dalla Rivista Militare -sul 4 novembre, per la Giornata delle Forze Armate.
In totale gli anni '80 registrano ben 49.000 iniziative dell'ANPI.
Dal 1990 ad oggi, l'Associazione ha affrontato, con la solita e solida fedeltà alle Istituzioni democratiche nonché determinazione morale, le tante questioni nazionali che hanno caratterizzato questi due decenni.
Da "Tangentopoli" alle offensive mafiose, fino alla grande battaglia contro i gravi tentativi di modifica della Carta Costituzionale che portò all'esito vittorioso del referendum del 2006.
Oggi l'ANPI è ancora in prima linea nella custodia e nell'attuazione dei valori della Costituzione e nella promozione della memoria di quella grande stagione di conquista della libertà che fu la Resistenza.
Oltre ai partigiani e a chi ha combattuto contro i nazifascisti chiunque condivida i nostri valori può iscriversi all'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.

Dall'articolo 23 dello Statuto:

"Possono essere ammessi come soci con diritto al voto, qualora ne facciano domanda scritta:
a) coloro che hanno avuto il riconoscimento della qualifica di partigiano o patriota o di benemerito dalle competenti commissioni;
b) coloro che nelle formazioni delle Forze Armate hanno combattuto contro i tedeschi dopo l'armistizio;
c) coloro che, durante la Guerra di Liberazione siano stati incarcerati o deportati per attività politiche o per motivi razziali o perché militari internati e che non abbiano aderito alla Repubblica Sociale Italiana o a formazioni armate tedesche.
Possono altresì essere ammessi come soci con diritto al voto, qualora ne facciano domanda scritta, coloro che, condividendo il patrimonio ideale, i valori e le finalità dell'A.N.P.I., intendono contribuire, in qualità di antifascisti, sensi dell'art. 2, lettera b), del presente Statuto, con il proprio impegno concreto alla realizzazione e alla continuità nel tempo degli scopi associativi, con il fine di conservare, tutelare e diffondere la conoscenza delle vicende e dei valori che la Resistenza, con la lotta e con l'impegno civile e democratico, ha consegnato alle nuove generazioni, come elemento fondante della Repubblica, della Costituzione e della Unione Europea e come patrimonio essenziale della memoria del Paese."

 

SCOPI:
* a) riunire in associazione tutti coloro che hanno partecipato con azione personale diretta, alla guerra partigiana contro il nazifascismo, per la liberazione d'Italia, e tutti coloro che, lottando contro i nazifascisti, hanno contribuito a ridare al nostro Paese la libertà e a favorire un regime di democrazia, al fine di impedire il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e di assolutismo;
* b) valorizzare in campo nazionale ed internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà dall'azione dei partigiani e degli antifascisti, glorificare i Caduti e perpetuarne la memoria;
* c) far valere e difendere il diritto acquisito dei partigiani di partecipare allo sviluppo morale e materiale del Paese;
* d) tutelare l'onore e il nome partigiano contro ogni forma di vilipendio o di speculazione;
* e) mantenere vincoli di fratellanza tra partigiani italiani e partigiani di altri paesi;
* f) adottare forme di assistenza atte a recare aiuti materiali e morali ai soci, alle famiglie dei Caduti e di coloro che hanno sofferto nella lotta contro il fascismo;
* g) promuovere studi intesi a mettere in rilievo l'importanza della guerra partigiana ai fini del riscatto del Paese dalla servitù tedesca e delle riconquiste della libertà;
* h) promuovere eventuali iniziative di lavoro, educazione e qualificazione professionale, che si propongano fini di progresso democratico della società;
* i) battersi affinché i princìpi informatori della guerra di liberazione divengano elementi essenziali nella formazione delle giovani generazioni;
* l) concorrere alla piena attuazione, nelle leggi e nel costume, della Costituzione Italiana, frutto della Guerra di Liberazione, in assoluta fedeltà allo spirito che ne ha dettato gli articoli;
* m) dare aiuto e appoggio a tutti coloro che si battono, singolarmente o in associazioni, per quei valori di libertà e di democrazia che sono stati fondamento della guerra partigiana e in essa hanno trovato la loro più alta espressione.

 

Nella "nuova stagione" dell'ANPI va ribadito che:

L'ANPI non è un partito.
Si aderisce all'ANPI non per una scelta di schieramento partitico bensì per la sua storia, per la memoria, per i valori ed i principi dell' Antifascismo e della Resistenza che l'Associazione rappresenta e difende battendosi per il rispetto e l'attuazione della Costituzione, oltre che per i contenuti delle sue politiche e per la condivisione del suo Statuto.
L'autonomia dell'ANPI, innanzitutto da ogni partito, è condizione irrinunciabile dell'unità per un'Associazione culturalmente e politicamente pluralista quale è l'ANPI ancor più oggi, affinché possa esercitare con efficacia, credibilità, vasta partecipazione e consenso la sua funzione di "coscienza critica" della democrazia e della società
Negli ultimi statuti l'associazione ha permesso l'iscrizione a cittadini antifascisti che condividevano gli scopi, gli ideali e lo statuto; nel congresso 2006 fu inserita la norma che gli antifascisti potevano far parte degli organismi di direzione, sancita poi col congresso di organizzazione; la parola d'ordine fu "una nuova stagione dell'Anpi".
L'età media degli iscritti all'associazione si sta abbassando ogni anno per l'iscrizioni di tanti giovani; purtroppo sempre più partigiani ci lasciano ma aumentano i cittadini che aderiscono alla nostra associazione.
L'Anpi Forlì Cesena comprende i comprensori di Forlì e Cesena.